Frida Kahlo e la disabilità: il dolore sublimato che diventa arte immortale

Frida_Kahlo,_by_Guillermo_Kahlo

Frida Kahlo e la disabilità: il dolore sublimato che diventa arte immortale

Colore e dolore, amore e coraggio: la storia di Frida Kahlo racconta di una donna non si è mai arresa di fronte alla disabilità e alle difficoltà della vita, anzi, ne ha tratto ispirazione per creare opere che hanno scritto la storia dell’arte.

Chi è Frida Kahlo?

Frida nasce nel 1907 a Coyoacán, un sobborgo di Città del Messico. I suoi genitori sono ebrei ungheresi, la madre ha origini meticce e il padre è nato a Baden Baden nella Foresta Nera.

Il sogno di Frida è di diventare medico e, dopo avere frequentato il liceo, viene ammessa alla Escuela Nacional Preparatoria. 

Colta e interessata alla politica, Frida è l’unica ragazza a essere ammessa al gruppo studentesco dei Los Cachuchas, chiamati così dalla forma del loro berretto di tela. Il gruppo si interessa di letteratura e sostiene le idee del socialismo nazionale.

Frida però convive da sempre con una seria disabilità. Fonti riportano che nasce con la spina bifida e che a 6 anni contrae la poliomielite, che la porta a sviluppare la gamba destra meno della sinistra.

Frida Kahlo: l’incidente a 17 anni

La fragile condizione di salute di Frida Kahlo si aggrava con l’incidente del 17 settembre 1926. Ha solo 17 anni e sta tornando da scuola con Alejandro Gomez, uno studente di cui è innamorata. I due sono in autobus, quando un tram si scontra e schiaccia i due giovani amanti contro un muro.

In quell’incidente muoiono sul colpo molte persone e Frida rimane gravemente ferita. La colonna vertebrale si spezza in tre punti nella regione lombare, il bacino è fratturato, così come le costole e la gamba sinistra. La spalla destra si sloga in modo permanente e Frida riporta una ferita gravissima all’anca sinistra, che viene perforata da un corrimano fino alle parti intime, togliendole la possibilità di avere figli.

Si sottopone a 32 operazioni chirurgiche e trascorre 3 mesi in ospedale. A causa delle fratture si trova a portare continuamente dei busti in gesso e una volta a casa deve restare immobile a letto.

Ma come accade per molti artisti che della disabilità hanno tratto ispirazione (da leggere la storia di Beethoven e la sordità), Frida inizia a dipingere proprio in questi momenti, quando è degente a letto.

Chiede che venga installato uno specchio sul soffitto, così da poter vedere la sua immagine riflessa e poterla utilizzare come soggetto. I suoi strumenti sono un cavalletto e i colori a olio.

Le sue parole in questa occasione fanno la storia, perché sono crude, vere, ma rivelano tutta la forza che ha nell’anima:

Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio.

Una delle opere che racconta questo periodo si chiama “La colonna rotta”. È un autoritratto, dove il corpo è squarciato e tenuto insieme da un busto di metallo. La colonna vertebrale, spezzata in tre punti dall’incidente, è raffigurata con una colonna ionica anch’essa spezzata in diversi punti.

La storia dell’arte ha letto questa raffigurazione come una confessione del dolore che Frida ha dovuto sopportare e della sensazione di non riuscire a sostenere il peso della sofferenza. Il quadro riporta anche simboli cristiani come il sudario e i chiodi che trafiggono il suo corpo.

Frida_Kahlo,_by_Guillermo_Kahlo
Frida Kahlo – 1932 credits Wikipedia

Frida Kahlo: dall’arte alle lezioni di vita

Verso la fine del 1927 Frida toglie il gesso e  riprende la sua vita. Ricomincia a frequentare i compagni di università e ad appassionarsi alla politica.

Nonostante la sua forza, la vita non è facile. È tormentata da continui dolori e la sua disabilità è oggetto di denigrazione e scherno, quello che oggi chiameremo bullismo.

Frida però non si arrende, mai, e comincia a dipingere una serie di opere che non solo l’hanno resa famosa in tutto il mondo, ma hanno fatto di lei un’icona, un simbolo di forza e coraggio che supera la disabilità e si manifesta con l’arte.

È autrice di circa 55 autoritratti, in cui esprime sé stessa e raffigura i suoi sentimenti. Uno dei più celebri, oltre a “La colonna spezzata” è “Autoritratto con collana di spine e colibrì”, realizzato nel 1940.

Il quadro raffigura Frida in posizione frontale, con una collana di spine a simboleggiare il parallelismo con le sofferenze di Gesù.  Al centro, come gioiello, c’è un colibrì morto che nella tradizione messicana simboleggia la fortuna in amore, ma che in questa opera rappresenta il divorzio di Frida dall’amore della sua vita, Diego Rivera.

Diego Riveva tradiva Frida continuamente e il colibrì morto rappresenta la relazione d’amore tormentata, perché il dipinto si completa con altri due animali simbolici: il gatto nero simbolo della sfortuna che guarda il colibrì e una scimmia, un regalo di Diego, ma che nella tradizione simboleggia il diavolo.

Frida Kahlo e la disabilità: le opere 

I critici d’arte e gli studiosi sono concordi nel dire che il rapporto fra Frida Kahlo e la disabilità è di sublimazione, ovvero Frida ha sublimato, riempito di carica il dolore, fino a trasformarlo in opere immortali.

Come in quelle che vi ho raccontato finora, le sue opere non nascondono bensì raffigurano le sofferenze che ha provato in vita, sia quelle fisiche che spirituali.

Questo avviene in ogni sua fase artistica, anche quando le sue condizioni di salute peggiorano e subisce l’amputazione della gamba destra, poco prima di morire.

In quell’occasione Frida dipinge “Viva la vida”, una natura morta con delle angurie rosse che si stagliano nel cielo azzurro. Sulla polpa di una delle fette l’artista scrive proprio questa frase “Viva la vida”, ovvero “Viva la vita”.

Cosa rappresenta Frida Kahlo oggi?

Frida avrebbe potuto essere un’eroina tragica come tante se ne conoscono. Del resto si è trovata a vivere una condizione di salute difficilissima fin dall’infanzia, un incidente che le ha provocato danni irreversibili e sofferenze fisiche, un marito infedele e una cultura chiusa e patriarcale.

Eppure ha trasformato tutto questo ed è diventata un’icona, che oggi vive nella potenza di una storia che l’ha resa esempio per le donne di tutto il mondo.

Cosa ha fatto Frida Kahlo per le donne?

Basta fare un giro in rete, in qualsiasi e-shop per trovare magliette, poster, tazze e mille e più accessori che riportano il volto, le opere e le parole di Frida Kahlo. 

A lei sono stati dedicati film e libri, documentari e pubblicazioni che raccontano la sua storia e la sua opera.

Un’opera che è diventata simbolo del femminismo e della volontà di rivendicare un’autonomia pura, che va oltre le relazioni romantiche, oltre i limiti della società e, naturalmente, oltre i limiti fisici della disabilità.

Oggi Frida è icona per le tutte donne che vogliono raggiungere o solamente sottolineare il diritto ad essere libere, autonome e a manifestare i propri sentimenti, anche se sono dolorosi.

Perché si tratta proprio di un diritto, che Frida Kahlo ha difeso con il suo impegno politico e sociale, con le sue scelte coraggiose e con la capacità di trasmettere tutte le sue emozioni, nessuna esclusa, attraverso la sua arte.

Fonti:

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