La lingua dei segni – Lis

Lis Angela Bombardi(1)

La lingua dei segni – Lis

La Lingua dei Segni, in abbreviazione Lis, è una vera e propria lingua fatta di parole, frasi, e grammatica. È conosciuta tra la popolazione come il “linguaggio dei sordomuti” e non c’è niente che faccia rabbrividire un sordo più di queste parole, vi spiego perché.

Non è corretto chiamare la Lis linguaggio anziché lingua. Infatti, mentre il linguaggio è la facoltà dell’uomo che gli consente di creare sistemi di comunicazione abbinando contenuti e mezzi di espressione, la lingua, invece, è il modo concreto attraverso il quale possiamo esprimere questa capacità innata. Tutte le lingue del mondo hanno in comune dei principi, Lingua dei Segni inclusa, ecco perché è importante specificare che è una vera e propria lingua.

Essa è composta dai movimenti delle mani, del corpo, dalle espressioni del viso, è diversa in ogni nazione, e differisce leggermente in ogni paese, come la lingua verbale di ogni nazione è diversa e così come cambia l’accento in ogni paese della stessa nazione.

La lingua dei segni italiana

Il 19 maggio 2021 dopo tanti anni di lotta, la Lis è stata approvata anche in Italia ed in questo modo accettata come una vera lingua. Assieme alla Lis, è stata approvata anche la Lis tattile, utilizzata per i sordo ciechi.

“Sordomuto” invece, è una parola ormai superata che è anche stata abolita dalla Legge 20 febbraio 2006, n. 95
“Nuova disciplina in favore dei minorati auditivi”- Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 16 marzo 2006, n. 63

Art. 1

In tutte le disposizioni legislative vigenti, il termine «sordomuto» è sostituito con l’espressione «sordo».

Questo cambiamento non ha interessato solo l’Italia, ma il mondo intero: il termine inglese “Deaf” ha sostituito “Deaf and Dumb”, ed è ormai universalmente accettato e riconosciuto, tant’è che in Italia è stato cambiato anche il nome dell’Ens, Ente Nazionale Sordi, che fino a qualche anno fa si chiamava Ente Nazionale Sordomuti.

Questo perché “sordomuto” è una parola ingannatoria: le persone sorde hanno in realtà un apparato fono-articolatorio perfettamente integro, ma possono non imparare a parlare e ad utilizzare correttamente la voce se la sordità insorge nei primi anni di vita. Cosa che ora accade sempre meno perché vengono fatti screening neonatali dell’udito precoci e i bambini sordi vengono protesizzati da subito e assistiti in percorsi logopedici.

Come funziona la lingua dei segni italiana

Ogni lingua dei segni ha una sua grammatica e sintassi: quando perde la sua sintassi e segue le regole della lingua parlata, si ha una lingua segnata. Ad esempio, in Italia esiste l’italiano segnato (IS) e l’italiano segnato esatto (ISE).

Le Lingue dei Segni invece hanno una struttura grammaticale autonoma completamente diversa dalla vocale.

Vi faccio un esempio:
In Italiano diciamo “La mela è sul tavolo”.
In Lis si dice “Tavolo- mela- sopra” ovvero si definisce uno spazio in cui si fa visualizzare prima la forma del tavolo e si fa capire che c’è uno spazio in cui è collocato un tavolo; poi si restringe il campo visivo e si spiega che c’è una mela.

È importante far capire dove è collocata la mela nello spazio, quindi si aggiungono le parole “tavolo” e “sopra”. Gli articoli non esistono, mentre i verbi esistono ma non sono utilizzati in tutte le frasi.

La Lis è una lingua nata proprio dai sordi, che non sentendo hanno una percezione del mondo attorno prevalentemente visiva e per questo è basata proprio sulle immagini visive.

Pro e contro del linguaggio dei segni

Come sempre gli uomini invece di essere uniti si fanno la guerra, ed ecco perché la Lis è fonte di acceso dibattito: nel “Mondo dei sordi” infatti, vi è una spaccatura fra i sordi oralisti, che promuovono l’uso esclusivo dell’oralismo, e i sordi segnanti che spingono per conservare fortemente quella che loro chiamano la loro “Lingua Madre”.

I primi difendono l’oralismo come unico metodo per integrarsi nella società, e vogliono utilizzare solo la lingua verbale accompagnata dalla tecnologia (protesi o impianto cocleare); alcuni considerano la Lis un ostacolo all’apprendimento della lingua vocale nei bambini o un metodo obsoleto. I secondi, invece, sentono fortemente un legame identitario con la sordità e di conseguenza anche la Lis e il “mondo del silenzio“, in alcuni casi rifiutano le protesi o l’impianto cocleare, oppure non riescono ad avere vantaggi uditivi legati alla tecnologia e si trovano a loro agio comunicando con la Lingua dei Segni (la situazione è ovviamente molto più complessa di come l’ho descritta, la approfondirò prossimamente).

Io sono tra quelli che “stanno in mezzo” e sono convinta che si possa far convivere entrambi i metodi contemporaneamente, che sia importante per una persona sorda non scartare nessuna possibilità per comunicare.

A me è capitato di avvicinarmi alla Lis da adulta: sono cresciuta esclusivamente con metodo oralista e con gli apparecchi acustici abituata sin da piccola al mondo dei suoni.

La svolta è avvenuta quando ero già adulta, a 23 anni, quando ho conosciuto dei ragazzi sordi segnanti, e sono rimasta profondamente affascinata dalla Lis. Ho sentito immediatamente, nel profondo, che quella era la mia vera natura e un legame con quella lingua, anche se non la conoscevo e comprendevo.

Non l’ho ad oggi ancora imparata bene, ma un mio grande desiderio è proprio di imparare ad utilizzarla fluentemente, per rendere la mia vita completa.

Un altro mio sogno nel cassetto, sarebbe quello di poter entrare in casa e togliermi gli apparecchi, per poter riposare le orecchie e la mente dallo stress dei suoni, e poter parlare con la mia famiglia senza usare una lingua vocale ma la Lis, o l’Italiano segnato.

C’è chi dice che è un’utopia, ma per me non lo è. Per esempio l’interprete di Lis Serena Longo utilizza spessissimo la Lis in casa con il proprio marito, eppure entrambi sono udenti.

Persone udenti che utilizzano la Lis

Serena Longo è interprete Lis e suo marito è medico. Lui ha imparato la Lis accompagnando Serena nei suoi impegni lavorativi ed non.

Loro utilizzano spesso la Lis, ad esempio in circostanze in cui occorre non fare rumore oppure parlarsi a distanza senza urlare; per fare alcuni esempi: quando sono al bar se uno dei due è al bancone ad ordinare e l’altro al tavolo con gli amici, oppure al ristorante da un capo all’altro del tavolo, oppure ancora nel parcheggio per comunicare il numero di targa della macchina mentre l’altro paga la sosta. Sono momenti di semplice vita quotidiana dove loro trovano molto più comodo parlare in Lis anzichè con la lingua vocale.

La usano anche in luoghi che richiedono silenzio come la biblioteca o la banca, in cui possono chiacchierare o scambiarsi informazioni in completo silenzio e senza disturbare nessuno; utilizzano la Lis anche in casa mentre i bambini dormono o se devono dirsi qualcosa che non vogliono che i bimbi sentano (ad esempio “La cioccolata dov’è?), oppure se non vogliono disturbarli mentre guardano la televisione o fanno altre attività di ascolto.

Anche se, mi racconta Serena, ora anche il bambino più grande sta imparando il significato dei segni e la loro comunicazione segreta da genitori dovrà trovare un nuovo modo per esprimersi!

Come imparare la lingua dei segni

Esistono corsi per imparare La Lingua dei Segni, oppure è possibile incontrare madrelingue presso varie associazioni.

Ci sono i corsi di sensibilizzazione, che sono corsi “informativi” e sono solitamente di 30-50 ore e costano dai 300 ai 400 euro. In alternativa è possibile frequentare corsi approfonditi che seguono la preparazione QCER e sono suddivisi in 3 livelli. Alla fine dei tre livelli si arriva alla conoscenza base della lingua e per chi desidera continuare con un percorso professionale può proseguire con ulteriori corsi per diventare interprete e assistente alla comunicazione.

Dal 19 maggio 2021 la Lis è stata riconosciuta ufficialmente e per questo potranno esserci differenze in futuro rispetto alle informazioni che leggete in questo articolo.

Per avere informazioni sui corsi di Lis ci si può rivolgere all’Ens, Ente Nazionale Sordi della propria città, o ad associazioni per l’integrazione dei sordi. A Ferrara ad esempio, che è la provincia dove abito, si trova l’Associazione Aidus per l’integrazione fra sordi e udenti, la cui vicedirettrice è proprio Serena Longo. Aidus propone corsi di Lingua dei segni portando il proprio staff docenti ad altre associazioni di formazione o in istituzioni.

Come dire “ti voglio bene” nella lingua dei segni

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