OPERE

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    • Allo Specchio

      335.00

      Incisione: acquaforte e acquatinta
      cm 24,8 x 34,1 – Il foglio misura cm 50 x 34,8
      2009

      Acquaforte e acquatinta sono due tecniche calcografiche antiche che comportano molti passaggi di lavorazione. In questa opera sono state utilizzate entrambe le tecniche.
      Questa incisione è tratta da un autoscatto analogico che raffigura l’artista riflessa in uno specchio mentre si osserva. L’opera descrive una fase della ricerca interiore dell’artista, in cui tante domande sul proprio sé e il proprio handicap ancora restano senza risposta. Al centro dell’inquadratura si nota la presenza dell’apparecchio acustico nell’orecchio.
      Solitamente con le lastre incise si possono ottenere delle tirature; l’artista in questo caso ha scelto di non proseguire con la tiratura e rendere questa stampa (definita “Prova d’Autore”) un’opera unica: esistono altre 3 Prove d’Autore, ognuna leggermente differente dall’altra.

    • Autoritratto

      Monotipo
      cm 25 x 28,5 – Il foglio misura cm 35 x 50
      2010

      Questa stampa è un autoritratto; fa parte del progetto “Io vedo il suono”, e lo stesso soggetto è stato rivisitato e realizzato anche in due tele pittoriche negli anni successivi (“Autoritratto” e “Ritrovarsi”). La matrice è stata realizzata dipingendo con inchiostro direttamente su una lastra di plexiglas e poi il disegno è stato trasferito su un foglio umido con la pressione di un torchio. Questa tecnica permette di realizzare un solo pezzo unico, massimo due, poiché dopo il primo passaggio l’inchiostro si “scarica”; di questo soggetto sono state realizzate due stampe.

    • Autoritratto

      285.00

      Monotipo
      cm 28,5 x 25 – Il foglio misura cm 34,8 x 50
      2010

      Questa stampa è un autoritratto; fa parte del progetto “Io vedo il suono”, e lo stesso soggetto è stato rivisitato e realizzato anche in tele pittoriche negli anni successivi (“Autoritratto” e “Ritrovarsi”); la matrice è stata realizzata dipingendo con inchiostro direttamente su una lastra di plexiglas e poi il disegno è stato trasferito su un foglio umido con la pressione di un torchio. Questa tecnica permette di realizzare un solo pezzo unico, massimo due, poiché dopo il primo passaggio l’inchiostro si “scarica”; l’artista ha realizzato due stampe dalla stessa matrice che creano effetti diversi: quella in questa pagina è la seconda stampa, il cui effetto tenue ricorda la visione lontana di un sogno o di un ricordo; la prima stampa (Autoritratto Monotipo 1) ha chiaroscuri molto più evidenti.

    • Autoritratto

      Colori acrilici metallizzati miscelati a colori acrilici, su tavola preparata con gel e sabbia.
      cm 60 x 80
      2011 collezione privata dell’artista

      È il primo dipinto dell’artista, frutto di un lungo percorso interiore terminato con l’accettazione incondizionata della propria caratteristica. Una disabilità che diventa una peculiarità, un tratto di unicità e di bellezza. La rappresentazione della protesi, eleva l’oggetto e lo rende parte integrante dell’identità dell’autrice.
      A suggellare il percorso intrapreso il soggetto viene ripreso nel quadro “Ritrovarsi” nel 2016.
      Il quadro è realizzato con 5 colori: bianco di titanio, nero, marrone bruno Van Dyck, oro ricco, ocra gialla.

    • Autoritratto

      285.00

      Monotipo
      cm 28,5 x 24,8 – Il foglio misura cm 35 x 50
      2010

      Questa stampa è un autoritratto; fa parte del progetto “Io vedo il suono” e lo stesso soggetto è stato rivisitato e realizzato anche in due tele pittoriche negli anni successivi (“Autoritratto” e “Ritrovarsi”); la matrice è stata realizzata dipingendo con inchiostro direttamente su una lastra di plexiglas e poi il disegno è stato trasferito su un foglio umido con la pressione di un torchio. Questa tecnica permette di realizzare un solo pezzo unico, massimo due, poiché dopo il primo passaggio l’inchiostro si “scarica”. L’artista ha realizzato due stampe dalla stessa matrice che creano effetti diversi: questa è la prima stampa, ha chiaroscuri molto evidenti; la seconda (Autoritratto Monotipo 2) è caratterizzata da un effetto più tenue.

    • Buco della serratura

      Inserti di rame e acrilici su tela
      cm 40 x 30
      2014

      Venduto.

       

      La sordità è una prigione: rinchiude chi la possiede in un luogo negativo e solitario, lo allontana dagli altri e allontana gli altri da lui. Le difficoltà del quotidiano gettano nello sconforto. Prevale la facilità di tirarsi indietro piuttosto che provarci.
      Il quadro rappresenta un orecchio imprigionato nella sordità, circondato da sbarre; ma se si guarda attentamente attraverso le sbarre, il canale uditivo è fatto a forma di buco della serratura, da cui proviene una luce.
      Che questo handicap non sia solo un limite ma anche un’opportunità? Quando le porte sembrano chiuse, la chiave è dentro di noi e c’è sempre un buco della serratura nascosto.
      L’orecchio è realizzato con blu notte micaceo e oro su fondo nero. Le sbarre sono di rame. Le sbarre sono state inserite nella tela tagliata e fissate sul retro con nastro adesivo.

    • Concentrazione Decodificazione

      Colori acrilici su tela
      cm 60 x 60
      2016, Collezione Privata dell’Artista.

      Per leggere le scritte “Concentrazione, Decodificazione” in questa immagine lo spettatore mette in atto un processo automatico che lo porta a concentrarsi per visualizzare le singole lettere: avviene quindi la comprensione –decodifica- delle parole, che sono disposte in modo da formare una bocca. Quest’opera vuole far riflettere sulle azioni da compiere per la codifica della lettura labiale.
      Questo quadro, è raffigurato in uno stile grafico che ricorda i manifesti pubblicitari o le insegne luminose.
      È realizzato con colore acrilico rossoblu iridescente su fondo oro ricoperto di nero.

    • Frustrazione: carezze che non puoi dare

      360.00

      Acrilico su tela
      cm 40 x 30
      marzo 2017

      L’opera esplora il tema della della gravidanza e delle donne che non possono, o non riescono, ad avere un bambino.

    • Io non sono innocente

      340.00

      Acrilico su cartone telato
      cm 30 x 40
      giugno 2020

      Nel giugno 2020, in seguito agli eventi che scatenano le manifestazioni contro il razzismo in America e nel mondo, allo scopo di mostrare solidarietà e spingere alla riflessione, l’artista si ritrae mentre si inginocchia, un’azione simbolica a sostegno del movimento “Black Lives Matter”.

      I colori utilizzati sono oro ricco su fondo nero; il soggetto è tratto da un autoscatto dell’artista realizzato con un effetto d’illuminazione che si chiama low-key.

    • Parole

      360.00

      Questo quadro rappresenta la difficoltà di comprendere le parole attraverso la lettura labiale: le parole sono in movimento, scorrono veloci e non si fermano; è difficile metterle a fuoco. Bisogna fissarle, rincorrerle, decodificarle. Le labbra si muovono veloci, ognuna in modo diverso, le voci hanno timbriche più o meno chiare, le teste scuotono, annuiscono, si spostano, si girano. Le conversazioni si sovrappongono, le labbra sfuggono; occorre ricostruire mentalmente le parole mancanti.

      Questa bocca è stata dipinta volutamente dall’artista in modo che si intravedesse senza chiarezza. È tratta da una fotografia scattata dall’artista ad una persona mentre parlava.
      Sono stati utilizzati due colori, l’oro ricco e il nero metallizzato; una bocca che appare come una scia sfuocata e cupa.

    • Parole-Voci

      355.00

      Acrilico su tela
      cm 40 x 30
      febbraio 2016

      Questo quadro vuole mettere lo spettatore in condizione di immedesimarsi nell’impegno visivo che richiede la decifrazione delle parole per una persona sorda che utilizza la lettura labiale. Le scritte compongono un fermo immagine di una bocca durante l’azione del parlato e riassumono ciò che le labbra hanno la capacità di trasmettere: le parole, la voce; di conseguenza la comunicazione. La lettura labiale è uno dei mezzi indispensabili per arrivare all’integrazione sociale per le persone sorde.
      Le scritte sono realizzate con oro ricco e arancio iridescente su fondo oro ricoperto di nero.

    • Prigionia

      Inserti di ottone e acrilici su tela
      cm 50 x 70
      2014

      Collezione privata.

       

      Viene rappresentata una donna esposta allo sguardo degli altri nella sua naturalezza, senza veli e scudi con cui nascondersi; E una donna vulnerabile perciò si nasconde con le mani, abbassa la testa, distoglie lo sguardo.
      E’ chiusa nella negatività e nelle insicurezze provocate dalla sua sordità: la sordità è rappresentata dalla gabbia di fili che circondano la sua testa; La rende fragile e la isola dal resto del mondo.
      La donna si sente chiusa in una prigione senza uscita. Rappresenta un momento difficile e negativo che tutti possiamo attraversare, a prescindere da quale sia la difficoltà che ci sta ostacolando: il momento in cui sembra tutto nero, sembra non esserci soluzione, in cui ci chiudiamo tirandoci indietro senza combattere, senza avere la forza di affrontare le cose perché non vediamo possibilità, il momento in cui ci sentiamo giudicati e non ci sentiamo all’altezza di chi ci giudica.
      I fili di ottone sono stati inseriti nella tela forata con ago e passati da davanti a dietro e viceversa, posizionati in modo da creare l’illusione di anelli che circondano la testa del soggetto. I fili sono bloccati tramite nodi sul retro che bloccano la fuoriuscita dai fori della tela, e fissati in posizione da nastro adesivo. L’opera è realizzata con colore oro ricco su fondo nero.

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